Dopo giornate di pittura naturalista, di
contemplazione di un paessaggio o una natura morta, restano colori nella
tavolozza, quel che viene escluso o i resti di una rigorosa preparazione di
toni per affrontare l’oggetto dei sensi. Cosa farne? Si applicano su una
superfice senza intenzione alcuna. Poco a poco emmergono i corrispondenti delle
senzazzioni che hanno taciuto lungo tutta la giornata. Macchie, forme e toni
che dettano l’andamento, io seguo e a un certo punto mi fermano. Resta qualcosa
di preciso, profondamente essistenziale sebbene si deffinisca tecnicamente
astratto.
Armando Prieto Pèrez. Dippinti astratti.
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